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martedì 27 marzo 2018

La coltivazione della Canapa nel 2018

Locandina evento
Il 21 Marzo 2018 si è tenuto un importante convegno sulla canapa presso l'Hotel Maggior Consiglio in strada terraglio 140 a Treviso. La sala gremita ha sorpreso gli organizzatori e gli esperti del settore che sono intervenuti. Sono emersi molti punti di riflessione su quelli che possono essere gli sviluppi futuri di questa coltura, ma andiamo con ordine. I saluti del presidente Coldiretti Treviso, il signor Feltrin sono stati l'occasione per ribadire che uno dei più importanti enti agricoli in Italia crede fermamente nelle possibilità di questo settore e si pone in una posizione di ascolto, per sviluppare e irrobustire colture innovative e alternative al prosecco. A dimostrazione della serietà delle intenzioni di Coldiretti non ci sono solo le parole ma anche i fatti, è al vaglio della regione Veneto una proposta di legge, dove sembra si voglia limitare e normare il fenomeno infiorescenze a vantaggio della canapa
industriale, soprattutto ad uso alimentare. Per fornirvi i dettagli della legge dovremmo però vedere come verrà recepita dalla giunta regionale. Ad aprire i lavori della giornata è stato l'intervento del Prof. Frascarelli dell'Università di Perugia, che ha tinteggiato in chiaroscuro le prospettive di sviluppo della canapicoltura in Italia. Il campione di riferimento su cui si è basato lo studio del professore è limitato a poche realtà, questo ad indicare che il settore è ancora molto giovane e frammentato. Non ci soffermeremo molto sull'esposizione di Frascarelli perché speriamo di poter presto pubblicare un'intervista interamente dedicata agli studi che sta portando avanti su questa pianta meravigliosa. Ci limitiamo a ribadire, come stiamo facendo fin dall'inizio della nostra avventura, che il reddito della canapa diventa interessante quando il produttore si impegna a chiudere la filiera, magari non trasformandola direttamente ma occupandosi della vendita del prodotto finale. A seguire abbiamo assistito all'intervento del dott. Grassi, il quale ha individuato subito i settori di maggiore interesse della canapa che sono: alimentare, medico, cannabis light e florovivaismo. È stato ribadito subito che il privato non può adoperarsi per la creazione di nuove genetiche, ma bisogna sempre rifarsi ad un ente pubblico. Ricordiamo che
Dott. Grassi
il
 CREA di cui fa parte il dottor Grassi è, tra le altre cose, il fornitore delle piante utilizzate dall'istituto militare farmaceutico di Firenze, unico stabilimento in Italia autorizzato alla produzione di canapa medica. 
Per quanto riguarda l'impiego industriale, la maggior lacuna delle genetiche finora sviluppate nel nostro paese, risiede nel fatto che sono tutte dioiche, ovvero sviluppano i due sessi in piante diverse, questo crea disomogeneità in campo con conseguente difficoltà nella raccolta e lavorazione. Gli esperimenti del Crea si stanno focalizzando sull'individuazione di varietà monoica da seme precoce, in modo da permettere l' impiego come secondo raccolto. Si è poi parlato di attrezzatura ovvero quali modifiche apportare ai macchinari e quali strategie adottare durante la lavorazione, come ad esempio la dotazione di vassoi raccogli seme sotto agli organi falcianti della trebbiatrice o la larghezza ottimale dell'andana, per riuscire a pressare le paglie nel modo più efficace. Grassi si è soffermato anche su la difficoltà di tenere sotto controllo il valore del tetraidrocannabinolo (THC), soprattutto nelle coltivazioni volte alla produzione di infiorescenze. La causa sta nella pratica di asportazione delle piante maschio, per evitare l'insorgere dei semi. Così facendo il valore di THC raddoppia. Una importante innovazione del CREA coinvolge anche il settore della fibra. Il Dottor Grassi ha infatti ideato una varietà specifica, a fusto giallo, monoica. Con queste caratteristiche la pianta non ha bisogno della macerazione in acqua, ma la si può fare in campo, con notevole risparmio di soldi e tempo. L'intervento si è chiuso ribadendo che aprire le porte alla cannabis light porterebbe un grosso vantaggio nella lotta alle mafie, riducendo notevolmente i ricavi delle organizzazioni criminali. A chiudere i lavori di questa giornata è toccato ad Elia Barban che ha dato una prospettiva più pratica agli interventi. A partire dalla lavorazione del suolo, la semina ed infine la raccolta. La semina sarà rada, nel caso si voglia raccogliere infiorescenze, mentre sarà più densa per la fibra. Una semina simile a quella del grano è più indicata per la raccolta del seme, con un impiego di circa 25 chilogrammi per ettaro (80/120 piante per mq), il periodo ottimale è la primavera. L'irrigazione non è richiesta. Nonostante nel periodo di germinazione le precipitazioni richieste siano tra 250/300 mm. Il signor Barban ha caldamente consigliato tutti i futuri agricoltori a comunicare alle forze dell'ordine l'avvio della coltivazione, nonostante non sia più obbligatorio per legge.  Il controllo delle malerbe deve avvenire attraverso l'erpicatura ma soprattutto scegliendo il periodo di semina ideale, favorito da una adeguata irrigazione, in modo da far prevalere la canapa sulle altre piante. La trebbiatura, aspetto più delicato e controverso per la coltivazione della pianta richiede alcune attenzioni, che Barban ha individuato nel battitore assiale e velocità ridotta. La barra falciante va tenuta alla massima altezza per recepire al meglio la parte apicale della pianta dove è presente il seme. Dalla raccolta si passa all'essicazione, che deve avvenire entro le 4 ore dalla
Grassi e Barban
raccolta, si passa poi alla vagliatura del seme, per suddividere i semi sani da quelli vuoti.
L'intervento si è chiuso con l'auspicio che presto si riesca a creare una filiera tutta made in Veneto, partendo soprattutto dalla formazione dei giovani. In questo saranno impegnati i Canapari Veneti, un gruppo di agricoltori che promuovono lo sviluppo e la vendita di prodotti a filiera corta e nondimeno Canapa di Marca, che dovrà, come un megafono, diffondere le qualità di questa coltivazione ovunque. La chiusura dei lavori è spettata al consigliere della regione Veneto, Gerolimetto, che ha confermato l'interesse delle istituzioni, è già pronta una prima proposta di legge, della quale facevamo riferimento all'inizio del post, con una dotazione finanziaria di 350 mila euro
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