La coltivazione della Canapa nel 2018
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Locandina evento |
Il 21 Marzo 2018 si è tenuto un importante
convegno sulla canapa presso l'Hotel Maggior Consiglio in strada terraglio 140 a
Treviso. La sala gremita ha sorpreso gli organizzatori e gli esperti del
settore che sono intervenuti. Sono emersi molti punti di riflessione su quelli
che possono essere gli sviluppi futuri di questa coltura, ma andiamo con
ordine. I saluti del presidente Coldiretti
Treviso, il signor Feltrin sono stati l'occasione per ribadire che
uno dei più importanti enti agricoli in Italia crede fermamente nelle
possibilità di questo settore e si pone in una posizione di ascolto, per
sviluppare e irrobustire colture innovative e alternative al prosecco. A
dimostrazione della serietà delle intenzioni di Coldiretti non ci sono solo le
parole ma anche i fatti, è al vaglio della regione Veneto una proposta di
legge, dove sembra si voglia limitare e normare il fenomeno infiorescenze a
vantaggio della canapa
industriale, soprattutto ad uso alimentare. Per fornirvi i dettagli della legge dovremmo però vedere come verrà
recepita dalla giunta regionale. Ad
aprire i lavori della giornata è stato l'intervento del Prof. Frascarelli dell'Università di
Perugia, che ha tinteggiato in chiaroscuro le prospettive di sviluppo della
canapicoltura in Italia. Il campione di riferimento su cui si è basato lo
studio del professore è limitato a poche realtà, questo ad indicare che il
settore è ancora molto giovane e frammentato. Non ci soffermeremo molto
sull'esposizione di Frascarelli perché speriamo di poter presto pubblicare
un'intervista interamente dedicata agli studi che sta portando avanti su questa
pianta meravigliosa. Ci limitiamo a ribadire, come stiamo facendo fin
dall'inizio della nostra avventura, che il reddito della canapa diventa
interessante quando il produttore si impegna a chiudere la filiera, magari non
trasformandola direttamente ma occupandosi della vendita del prodotto finale. A seguire abbiamo assistito all'intervento del
dott. Grassi, il quale ha individuato subito i settori di maggiore interesse
della canapa che sono: alimentare, medico, cannabis light e florovivaismo. È stato ribadito subito che il privato non può adoperarsi
per la creazione di nuove genetiche, ma bisogna sempre rifarsi ad un ente
pubblico. Ricordiamo che
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Dott. Grassi |
il CREA di
cui fa parte il dottor Grassi è, tra le altre cose, il fornitore delle piante
utilizzate dall'istituto militare farmaceutico di Firenze, unico stabilimento
in Italia autorizzato alla produzione di canapa medica. Per quanto riguarda l'impiego industriale, la maggior
lacuna delle genetiche finora sviluppate nel nostro paese, risiede nel fatto
che sono tutte dioiche, ovvero sviluppano i due sessi in piante diverse, questo
crea disomogeneità in campo con conseguente difficoltà nella raccolta e
lavorazione. Gli esperimenti del Crea si stanno focalizzando
sull'individuazione di varietà monoica da seme precoce, in modo da permettere
l' impiego come secondo raccolto. Si è poi parlato di attrezzatura ovvero quali
modifiche apportare ai macchinari e quali strategie adottare durante la
lavorazione, come ad esempio la dotazione di vassoi raccogli seme sotto agli
organi falcianti della trebbiatrice o la larghezza ottimale dell'andana, per
riuscire a pressare le paglie nel modo più efficace. Grassi si è soffermato
anche su la difficoltà di tenere sotto controllo il valore del
tetraidrocannabinolo (THC), soprattutto nelle coltivazioni volte alla
produzione di infiorescenze. La causa sta nella pratica di asportazione delle
piante maschio, per evitare l'insorgere dei semi. Così facendo il valore di THC
raddoppia. Una importante
innovazione del CREA coinvolge anche il settore della fibra. Il Dottor Grassi
ha infatti ideato una varietà specifica, a fusto giallo, monoica. Con queste
caratteristiche la pianta non ha bisogno della macerazione in acqua, ma la si
può fare in campo, con notevole risparmio di soldi e tempo. L'intervento si è
chiuso ribadendo che aprire le porte alla cannabis light porterebbe un grosso
vantaggio nella lotta alle mafie, riducendo notevolmente i ricavi delle
organizzazioni criminali. A
chiudere i lavori di questa giornata è toccato ad Elia Barban che ha dato una
prospettiva più pratica agli interventi. A partire dalla lavorazione del suolo,
la semina ed infine la raccolta. La semina sarà rada,
nel caso si voglia raccogliere infiorescenze, mentre sarà più densa per la
fibra. Una semina simile a quella del grano è più indicata per la raccolta del
seme, con un impiego di circa 25 chilogrammi per ettaro (80/120 piante per mq),
il periodo ottimale è la primavera. L'irrigazione non è richiesta.
Nonostante nel periodo di germinazione le precipitazioni richieste siano tra
250/300 mm. Il signor Barban ha caldamente consigliato tutti i futuri
agricoltori a comunicare alle forze dell'ordine l'avvio della coltivazione,
nonostante non sia più obbligatorio per legge. Il controllo delle
malerbe deve avvenire attraverso l'erpicatura ma soprattutto scegliendo il
periodo di semina ideale, favorito da una adeguata irrigazione, in modo da far
prevalere la canapa sulle altre piante. La trebbiatura,
aspetto più delicato e controverso per la coltivazione della pianta richiede
alcune attenzioni, che Barban ha individuato nel battitore assiale e velocità
ridotta. La barra falciante va
tenuta alla massima altezza per recepire al meglio la parte apicale della
pianta dove è presente il seme. Dalla raccolta si
passa all'essicazione, che deve avvenire entro le 4 ore dalla
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Grassi e Barban |
raccolta, si
passa poi alla vagliatura del seme, per suddividere i semi sani da quelli
vuoti. L'intervento si è
chiuso con l'auspicio che presto si riesca a creare una filiera tutta made in
Veneto, partendo soprattutto dalla formazione dei giovani. In questo saranno
impegnati i Canapari Veneti,
un gruppo di agricoltori che promuovono lo sviluppo e la vendita di prodotti a
filiera corta e nondimeno Canapa
di Marca, che dovrà, come un megafono, diffondere le qualità di
questa coltivazione ovunque. La chiusura dei
lavori è spettata al consigliere della regione Veneto, Gerolimetto, che ha
confermato l'interesse delle istituzioni, è già pronta una prima proposta di
legge, della quale facevamo riferimento all'inizio del post, con una dotazione
finanziaria di 350 mila euro.
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