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martedì 15 maggio 2018

La medicina rivista de sana pianta, incontro con il dottor Muscari

Manifesto serata
Abbiamo presenziato la serata organizzata dall'associazione Desanapianta il 09 maggio 2018 presso il PalaPlip di Mestre sulla Canapa Medica.
Un incontro molto interessante con esperti e pazienti, che loro malgrado, lo sono diventati, sull'utilizzo terapeutico della canapa. 
Ci sono stati numerosi interventi che hanno analizzato lo stato delle canapa medica in Italia sotto molti aspetti. 
La sala era piena, buona la presenza di giovani ma non solo. 
Si è trattato di una delle prime serate pubbliche della neonata associazione di Marghera e se questo è l'inizio, non si può che essere fiduciosi per il futuro.
Con il presente post ci concentreremo sull'ampia ed esaustiva esposizione del dottor Muscari.
Questo il nostro resoconto, buona lettura.
L'esordio ha messo subito le cose in chiaro, ricordando l'importanza della divulgazione, ovvero chi viene a conoscenza dei benefici dell'utilizzo di questa pianta ha la responsabilità di trasmettere il più possibile tale sapere.
E' curioso pensare che per 3500 anni la canapa sia stata il medicinale più usato al mondo. Tra il 1842 e il 1900 era infatti presente nel 50% dei medicinali venduti e fino agli anni 60 del novecento è stato l'antidolorifico più utilizzato al mondo.
Seppur ormai sia tra i maggiori sostenitori dell'uso della canapa in ambito medico, anche l'omeopata Muscari racconta di essersi avvicinato alla pianta con più di qualche interrogativo, in gran parte fugati quando ha messo le mani su uno studio longitudinale del 03 Agosto 2015 redatto dall'American Psychological Association
Pubblicato dalla rivista ufficiale sulle dipendenze Psychology of Addictive Behaviors, la ricerca afferma come l'uso continuativo di cannabis in 408 ragazzi maschi seguiti dall'età di 16 fino ai 35 anni non sia legato allo sviluppo di problemi fisici e mentali .   
Rimane però un quesito sulla testa del medico, "come mai di questo studio non ne hanno mai parlato gli organi d'informazione?" Forse la risposta giusta è quella fornita dal professor
Studio "rivelatore" di APA 
Raphael Mechoulam, biologo israeliano che ha scoperto e sintetizzato il tetraidrocannabinolo (THC), il quale afferma che la cannabis potrebbe sostituire in un colpo solo dal 10 al 20% di tutti i farmaci con obbligo di prescrizione e potrebbe essere usato nella composizione del 40-50% di tutti i farmaci in commercio.
L'Italia dal canto suo non è esente da questa insabbiatura, visto che, nonostante sia possibile curarsi con questa pianta dal 2007, rimane poco presente in ospedali e farmacie.
Entrando nel vivo della questione il dottore ha sottolineato come, oltre ai ben noti principi attivi, siano molto importanti tutta una serie di sostanze a corredo. La pianta, ha ricordato, conserva il suo pieno potenziale quando rimane integra nel suo fitocomplesso.
Nell'organismo umano esiste un sistema endocannabinoide che ha il compito di preservare l'omeostasi, ovvero l'equilibrio interno, regolando sistema nervoso, apparato cardiaco, metabolismo, il sonno, l'umore, l'appetito, l'apparato riproduttivo, il dolore ed addirittura le memorie avversive. Scoprire poi, che quello che spesse volte consideriamo il beneficio dovuto alle endorfine, come la sensazione di benessere che si ha dopo una corsa, sia in realtà causata da un endocannabinoide, l'anandamide è stato particolarmente interessante. Inoltre nel trattamento del dolore, ha ricordato il dottore, che il THC ha la funzione di stimolare la produzione di oppioidi. 
Il sistema dei recettori cannabinoidi è attivo ovvero aumenta all'aumentare degli stimoli esterni, una sorta di antidolorifico che si autoregola.
Importante la precisazione che è stata fatta verso la fine dell'intervento, Muscari ha spiegato che, essendo tutti dotati di un proprio sistema endocannabinoide, la reazione alle cure è per tutti diversa.  Nonostante la canapa sia a ragione considerata una panacea è anche vero che può dare risultati molto diversi tra chi la impiega, provocando in alcuni anche effetti collaterali fastidiosi seppur mai dannosi. 
Il dottore ha proseguito elencando tutta una serie di disturbi nei quali la canapa ha dimostrato effetti benefici citando l'anoressia, l'inappetenza, l'asma, l'efisema, la fibromialgia, fino al morbo di Crohn, Parkinson e Alzheimer. Per quanto riguarda il cancro, ha fatto notare come anche Wikipedia confermi, citando lo studio dell'università di Rostok, che il thc e il cbd hanno effetti antitumorali, tanto che anche Current Oncology, la rivista specializzata di oncologia, nel febbraio 2016, ha dedicato alla cannabis un intero numero speciale. 
L'elenco è poi proseguito con epilessia, allergie, sclerosi multipla, spasticità muscolare, disturbi del metabolismo, insonnia, nausee, vomito e autismo, a questo proposito il dottore ha raccontato la sua esperienza con un bambino sardo affetto da una forma grave, con una iperattività incontenibile. Il medico ha prescritto l'uso della cannabis aumentando via via la quantità, fino a raggiungere una dose giornaliera considerevole. È stato contattato dopo circa un mese dalla madre commossa perché in sette anni non era ancora riuscita a incrociare lo sguardo del figlio, cosa che le era accaduta adottando la terapie del dottor Muscari.
A chiusura di questo primo post sulla serata al Palaplip vorremmo esprimere l'augurio che in futuro le ricerche si concentrino nell'individuare la miglior varietà di canapa per ogni problema in base al sistema endocannabinoide di ogni individuo, cosicché per ogni patologia ci sia la miglior terapia personalizzata possibile. 

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