Manifesto serata |
Abbiamo presenziato la serata organizzata dall'associazione Desanapianta il 09
maggio 2018 presso il PalaPlip di Mestre sulla Canapa Medica.
Un incontro molto interessante con esperti e pazienti, che loro malgrado, lo sono diventati, sull'utilizzo terapeutico della canapa.
Ci sono stati numerosi interventi che hanno analizzato lo stato delle canapa medica in Italia sotto molti aspetti.
La sala era piena, buona la presenza di giovani ma non solo.
Si è trattato di una delle prime serate pubbliche della neonata associazione di Marghera e se questo è l'inizio, non si può che essere fiduciosi per il futuro.
Con il presente post ci concentreremo sull'ampia ed esaustiva esposizione del dottor Muscari.
Questo il
nostro resoconto, buona lettura.
L'esordio ha messo subito le cose in chiaro,
ricordando l'importanza della divulgazione, ovvero chi viene a
conoscenza dei benefici dell'utilizzo di questa pianta ha la
responsabilità di trasmettere il più possibile tale sapere.
E' curioso pensare che per 3500 anni la canapa sia stata il medicinale più usato
al mondo. Tra il 1842 e il 1900 era infatti presente nel 50% dei medicinali venduti e fino agli anni 60
del novecento è stato l'antidolorifico più utilizzato al mondo.
Seppur
ormai sia tra i maggiori sostenitori dell'uso della canapa in ambito
medico, anche l'omeopata Muscari racconta di essersi avvicinato alla
pianta con più di qualche interrogativo, in gran parte fugati quando ha messo le
mani su uno studio longitudinale del 03 Agosto 2015 redatto
dall'American Psychological Association.
Pubblicato dalla rivista
ufficiale sulle dipendenze Psychology of Addictive Behaviors, la ricerca afferma come l'uso continuativo di cannabis in 408 ragazzi maschi
seguiti dall'età di 16 fino ai 35 anni non sia legato allo sviluppo di
problemi fisici e mentali .
Rimane però un quesito sulla
testa del medico, "come mai di questo studio non ne hanno mai parlato gli
organi d'informazione?" Forse la risposta giusta è quella fornita dal professor
Raphael Mechoulam, biologo israeliano che ha scoperto e
sintetizzato il tetraidrocannabinolo (THC), il quale afferma che la
cannabis potrebbe sostituire in un colpo solo dal 10 al 20% di tutti i
farmaci con obbligo di prescrizione e potrebbe essere usato nella
composizione del 40-50% di tutti i farmaci in commercio.
Studio "rivelatore" di APA |
L'Italia
dal canto suo non è esente da questa insabbiatura, visto che, nonostante
sia possibile curarsi con questa pianta dal 2007, rimane poco presente
in ospedali e farmacie.
Entrando nel vivo della
questione il dottore ha sottolineato come, oltre ai ben noti principi attivi, siano
molto importanti tutta una serie di sostanze a corredo. La
pianta, ha ricordato, conserva il suo pieno potenziale quando rimane integra nel
suo fitocomplesso.
Nell'organismo umano esiste un
sistema endocannabinoide che ha il compito di preservare l'omeostasi,
ovvero l'equilibrio interno, regolando sistema nervoso, apparato
cardiaco, metabolismo, il sonno, l'umore, l'appetito, l'apparato
riproduttivo, il dolore ed addirittura le memorie avversive. Scoprire poi, che quello che spesse volte consideriamo il
beneficio dovuto alle endorfine, come la sensazione di
benessere che si ha dopo una corsa, sia in realtà causata da un endocannabinoide,
l'anandamide è stato particolarmente interessante. Inoltre nel trattamento del dolore, ha ricordato il dottore, che il
THC ha la funzione di stimolare la produzione di oppioidi.
Il sistema
dei recettori cannabinoidi è attivo ovvero aumenta all'aumentare degli
stimoli esterni, una sorta di antidolorifico che si autoregola.
Importante
la precisazione che è stata fatta verso la fine dell'intervento,
Muscari ha spiegato che, essendo tutti dotati di un proprio
sistema endocannabinoide, la reazione alle cure è per tutti diversa. Nonostante la canapa sia a ragione considerata una panacea è anche vero che può
dare risultati molto diversi tra chi la impiega, provocando in alcuni
anche effetti collaterali fastidiosi seppur mai dannosi.
Il dottore ha proseguito elencando tutta una serie di disturbi nei quali la canapa ha
dimostrato effetti benefici citando l'anoressia, l'inappetenza, l'asma,
l'efisema, la fibromialgia, fino al morbo di Crohn, Parkinson e Alzheimer. Per
quanto riguarda il cancro, ha fatto notare come anche Wikipedia
confermi, citando lo studio dell'università di Rostok, che il thc e il
cbd hanno effetti antitumorali, tanto che anche Current Oncology,
la rivista specializzata di oncologia, nel febbraio 2016, ha dedicato
alla cannabis un intero numero speciale.
L'elenco è poi proseguito con epilessia, allergie, sclerosi multipla, spasticità muscolare, disturbi del metabolismo, insonnia, nausee, vomito e autismo, a questo proposito il dottore ha raccontato la sua esperienza con un
bambino sardo affetto da una forma grave, con una iperattività
incontenibile. Il medico ha prescritto l'uso della cannabis aumentando
via via la quantità, fino a raggiungere una dose giornaliera considerevole. È stato
contattato dopo circa un mese dalla madre commossa perché in sette anni non era ancora riuscita a incrociare lo sguardo del figlio, cosa che le era accaduta adottando la terapie del dottor Muscari.
A chiusura di questo primo post sulla serata al Palaplip vorremmo esprimere l'augurio che in futuro le ricerche si concentrino
nell'individuare la miglior varietà di canapa per ogni problema in base al sistema
endocannabinoide di ogni individuo, cosicché per ogni patologia ci
sia la miglior terapia personalizzata possibile.
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